Passa alle parti civili la parola nel processo che si celebra, con il rito abbreviato, davanti la Corte d’appello di Caltanissetta nei confronti dell’ex leader di Confindustria Sicilia, Antonello Montante, e di altri quattro imputati.
«Montante - ha detto in aula Annalisa Petitto, difensore di Alfonso Cicero, ex presidente dell’Irsap e parte offesa che si è costituita nel procedimento come parte civile - nel corso di questo processo ha rinunciato a difendersi da tutte le pesanti accuse che lo vedono imputato scegliendo invece di calunniare e offendere il mio assistito e altre parti civili». Secondo la penalista l’ex leader di Confindustria «aveva pianificato uno spietato ‘piano ritorsivò ai danni di Cicero nella certezza che questi si sarebbe tolto la vita». Inoltre, «con la presentazione di una miriade di denunce false e calunniose, voleva minare la su attendibilità davanti all’autorità giudiziaria dopo che Cicero si era recato in Procura per denunciare diversi fatti sul ’sistema Montantè». Per «colpirlo nei suoi confronti avrebbe fatto «confezionare molteplici atti finalizzati a punirlo nel suo ambito lavorativo, procurargli danni di natura economica ed a sommergerlo di denunce calunniose, tutte archiviate dall’autorità giudiziaria per infondatezza delle accuse». L’avvocato Petitto ha fatto anche presente alla Corte di avere “rilevato un fatto gravissimo ovvero - ha sostenuto - il trafugamento di numerosi file contenenti documenti riguardanti la sfera strettamente personale di Cicero, tra i quali fotografie, dichiarazioni dei redditi, preliminari di vendita, promemoria, curriculum, agende, qualche bozza relativa ad esposti e altro».
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