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Il sindaco di Mussomeli annuncia il ritorno delle processioni, il vescovo lo rimprovera

Il vescovo Mario Russotto

Il vescovo di Caltanissetta, Mario Russotto, ha inviato una dura lettera al sindaco di Mussomeli, e per conoscenza al prefetto, lamentando la diffusione di una «comunicazione istituzionale» da parte del primo cittadino sulla propria pagina Facebook e su quella del Comune nella quale annuncia «il via libera» per tomare a svolgere, come tradizione, le feste popolari, religiose e le manifestazioni culturali di notevole interesse». La notizia sul via libera il sindaco l’avrebbe ricevuta dal parlamento nazionale.

Il vescovo: «È una prevaricazione istituzionale»

«La sua comunicazione istituzionale - riti Settimana Santa - scrive il vescovo - è una prevaricazione istituzionale! Non compete certamente al sindaco né ad assessore alcuno convocare le confraternite e quanti si occupano dell’organizzazione della Settimana Santa, i cui riti appartengono alla sfera ecclesiale-religiosa. Infatti, oltre a ignorare la presenza e i compiti dei sacerdoti, e in particolare dell’arciprete, che in paese mi rappresentano, le faccio notare che non è il sindaco a nominare i responsabili delle confraternite, bensì il vescovo. Inoltre, né dalla Conferenza episcopale italiana, che sempre agisce d’intesa con il Governo nazionale, né dalla Conferenza episcopale siciliana, né tantomeno dal vescovo al quale appartiene la competenza in diocesi, è stato emanato decreto alcuno in merito alla ripresa delle processioni in generale e dei riti della Settimana Santa in particolare». «Signor sindaco, forse che il vescovo - conclude Russotto - non sarebbe stato il primo a dare il via libera per la ripresa dei riti della Settimana Santa qualora le disposizioni generali lo permettessero? Forse che non sta a cuore al vescovo e ai sacerdoti una ripresa prudente della ‘normalità. La sua ’comunicazione istituzionale è solo un desiderio entusiasta di tomare quanto prima alla normalità oppure è una propaganda populista che nasconde interessi altrì? Pertanto, è mio dovere smentirla pubblicamente, proprio per il bene della comunità. Non può un’Istituzione assumere il ruolo di un’altra generando confusione».

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