I primi pasti a 1 euro sono stati serviti a Caltanissetta attraverso il progetto «Open food», l’iniziativa equo solidale avviata da una rete di associazioni con l’obiettivo di abbattere le barriere dell’indifferenza e rendere i cittadini protagonisti del consumo al banco versando una somma simbolica. Un’anziana del centro storico di Caltanissetta si è recata fino in via Amari, nel quartiere Santa Petronilla «perchè - ha spiegato - mi hanno detto che un pasto costa un euro».
E poi la richiesta di poter portare a casa altre porzioni «perchè ci sono mia figlia con i miei nipoti, tutti in difficoltà dopo questo tempo duro di Covid». Sono 150 pasti in questo pranzo a portata di tutti. Una iniziativa di cui capofila è la Croce Rossa italiana. Le pietanze vengono preparate nelle cucine dell’Ipab Testasecca e poi trasportate all’Equo food. Una vasta partnership che coinvolge non solo le onlus, ma anche Coldiretti Sicilia e Legacoop Sicilia.
Nel fast food hanno fatto ingresso anche donne e bambini ucraini che hanno raggiunto la città nelle scorse settimane. Tra loro Viktoria Nieghina, l’unica nel gruppo che parla italiano.
Ai fornelli, all’Ipab Testasecca di viale della Regione (da dove giungono i pasti) c'è Dimitri Ruvolo, giunto dalla Russia in Italia con il fratello quando aveva ancora 6 anni. E’ lui lo chef dell’iniziativa: «Ho cucinato per i cittadini ucraini. A me la guerra non interessa - dice - questo è il mio lavoro e lo faccio con passione. Sono contento che mangino ciò che preparo». Poi la stretta di mano tra Dimitri e Viktoria perchè a Caltanissetta, sotto la statua del Redentore, non c'è differenza di nazionalità.
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