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Dalla droga alle rapine: così la banda di Gela preparò il colpo alla tabaccheria della stazione

Non solo spaccio di droga. Tra i destinatari delle misure cautelari disposte a Gela nell'ambito dell'operazione dei carabinieri "Ultima Fermata" ci sono anche gli autori di una rapina a mano armata, avvenuta il 29 maggio 2020.

Due giovani armati di pistola e con il volto coperto da passamontagna, fecero irruzione nella tabaccheria della stazione e, dopo aver aggredito un dipendente del locale, si impossessarono dell'incasso e di numerosi tagliandi "Gratta e Vinci".

“Namma mbarare a sparari”, dicevano due degli indagati, intercettati dai carabinieri. “In sti così o si in carcere o si mortu”, spiegavano probabilmente riferendosi a possibili colpi da mettere a segno.

La rapina alla tabaccheria della stazione, zona dove la banda smerciava la droga, fruttò un bottino di circa 2mila euro e di numerosi tagliandi “Gratta e Vinci” per altri 2mila euro di valore. Il colpo fu pianificato da Piero Francesco Frazzitta, finito in carcere, in una serie di incontri a casa di Salvatore Iudica, per il quale invece sono stati disposti i domiciliari. I due simulavano le modalità di esecuzione della rapina. Iudica avrebbe fornito indicazioni operative sulla realizzazione della rapina, consigliando di portare una pistola e di esercitarsi a usarla. “Un pezzo di ferro (pistola) nelle mani inc.”. “Andate dai parmigiani. Là a Spina Santa e li andate a provare”. “Al poligono”. “Ti insegni a sparare”.

A compiere materialmente la rapina furono Frazzitta e Francesco Ascia (domiciliari), col volto coperto e armati di pistole: dopo aver aggredito Emanuele Vella, uno dei due dipendenti presenti nella tabaccheria, fuggirono con il bottino.

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