Al via questa mattina nell’aula bunker del carcere di Caltanissetta, il processo denominato «Montante bis» che si celebra nei confronti di 13 imputati, tra esponenti politici, compreso l’ex presidente della Regione Rosario Crocetta, ex assessori regionali, imprenditori e rappresentanti delle forze dell’ordine, accusati di aver fatto parte del cosiddetto Sistema Montanta.
L’udienza è stata rinviata al 25 maggio perché i difensori delle persone offese, Salvatore Petrotto, Salvatore Iacuzzo e Giampiero Casagni, precedentemente esclusi durante l’udienza preliminare hanno chiesto nuovamente di costituirsi parte civile. Nuove richieste sono state invece avanzate da parte dell’associazione Libera, Codacons, Industria Acqua Siracusana Spa. I difensori degli imputati hanno chiesto un termine per potere analizzare e interloquire sulle richieste di costituzione di parte civile. La Corte, presieduta dal giudice Francesco D’Arrigo ha rinviato l’udienza.
Tra gli imputati, oltre all’ex paladino dell’antimafia Antonello Montante, ex presidente di Confindustria Sicilia, ci sono l’ex presidente della Regione Rosario Crocetta, gli ex assessori Linda Vancheri e Mariella Lo Bello, l’ex commissario Irsap Maria Grazia Brandara, gli imprenditori Giuseppe Catanzaro, Rosario Amarù e Carmelo Turco, Vincenzo Savastano vice questore aggiunto all’epoca dei fatti della Polizia presso l’ufficio di frontiera di Fiumicino, Gaetano Scillia capocentro Dia di Caltanissetta dal 2010 al 2014, Arturo De Felice, direttore della Dia dal 2012 al 2014, Giuseppe D’Agata, colonnello dei carabinieri, e Diego Di Simone Perricone, ex capo della security di Confindustria.
La procura di Caltanissetta contesta presunti finanziamenti illeciti che sarebbero stati erogati per sostenere la campagna elettorale dell’ex governatore Crocetta. Gli imputati sono accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, accesso abusivo al sistema informatico e finanziamento illecito ai partiti. Sono state ammesse 19 parti civili. Tra loro l’imprenditore Marco Venturi e Alfonso Cicero, ex presidente dell’Irsap Sicilia, che sono considerati tra i testi chiave dell’inchiesta.
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