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L'ex capo della sicurezza di Confindustria: «Al processo Montante accuse basate sul fumus investigativo»

L'aula bunker di Caltanissetta

«In questi giorni ho letto gli articoli di stampa . Si sono cimentati nel raccontare ai lettori, secondo il sacro santo diritto all’informazione, cosa è avvenuto ieri all’interno dell’aula bunker di Caltanissetta nel celebrando processo “Montante bis” dove sono imputato. Peccato che nessuno dei cronisti abbia riportato nei propri articoli che tutti gli autorevoli difensori intervenuti, si sono espressi all’unanimità, secondo la formula del “non luogo a procedere”. L'intero piano accusatorio è basato sul fumus investigativo».

È quanto afferma Diego Di Simone Perricone, ex capo della sicurezza in Confindustria rinviato a giudizio nel processo Montante Bis insieme ad altri 12 imputati, tra i quali, oltre ad Antonello Montante, anche l’ex presidente della Regione Rosario Crocetta, gli ex assessori Linda Vancheri e Mariella Lo Bello, imprenditori ed esponenti delle forze dell’ordine.
«Siamo stati travolti da un decreto di rinvio a giudizio basato non sui gravi indizi di reità, così come detta il codice, bensì dal fumus prodotto dagli inquirenti e dall’ufficio del pubblico ministero. Questo è quanto accaduto sabato a Caltanissetta. E per dirla con le parole dell’avvocato Carlo Taormina anch’egli intervenuto “una plateale provocatoria e sconcertante presa in giro di imputati e avvocati ma soprattutto della giustizia”».

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