Un rogo più che sospetto a Gela danneggia tre auto in un sol colpo. Una vettura sarebbe stata colpita di riflesso, le altre due volontariamente. Così gli attentatori sono tornati a farsi vivi colpendo duro.
Nel mirino, secondo la tesi più accredita, è finita una coppia. I due mezzi da cui sarebbero partite le fiamme appartenevano ai due. Non il terzo che si trovava parcheggiato lì per caso. Nel cuore della notte che le fiamme hanno avvolto le auto che si trovavano parcheggiate all’angolo tra via Rimini e via Pericle. Erano passate da poco le due. Sarebbero state incendiate una Fiat Seicento intestata a un quarantenne e la Lancia Musa intestata alla moglie. In breve il rogo le ha avvolte, mentre abitanti della zona hanno subito avvertito le sale operative di polizia e vigili del fuoco. Intanto, l’incendio si è poi propagato a un Suv che era parcheggiato subito dopo i mezzi della coppia, una Renault Kajar rimasta un po’ meno danneggiata rispetto alle altre due. Soprattutto nella parte posteriore.
Il bilancio dei danni ad ogni modo è pesante, nonostante l’intervento per fermare il fuoco sia scattato in breve tempo. Concluse le operazioni di spegnimento, i primi riscontri avrebbero rivelato che l’incendio non sarebbe stato frutto della casualità ma, piuttosto, opera della mano di un attentatore. Più elementi avrebbero indotto tanto i vigili del fuoco quanto gli agenti di polizia a ritenere che la matrice sia stata dolosa. Saranno le indagini a fare chiarezza sull’inquietante episodio. Gli stessi proprietari dei mezzi incendiati, marito e moglie, non sarebbero stati in grado di avanzare alcun sospetto né in relazione al possibile movente del gesto né, tantomeno, sull’identità dei potenziali autori.
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