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I giudici bocciano Scarantino «È un mentitore di professione sin dal 1994»

Vincenzo Scarantino

L’ex falso pentito Vincenzo Scarantino «mente dal 1994. È un mentitore di professione». Lo scrivono i giudici del tribunale di Caltanissetta, che hanno depositato le motivazioni della sentenza sul depistaggio delle indagini sulla strage di via D’Amelio che ha assolto un poliziotto e deciso la prescrizione per altri due. «A distanza di quasi 30 anni, ha deliberatamente deciso di continuare a offrire ricostruzioni arbitrarie, ondivaghe e false», aggiungono i giudici, secondo cui «ha prospettato una ricostruzione dei fatti che non può coincidere con la realtà, soprattutto nella misura in cui ha attribuito in toto ad Arnaldo La Barbera in primis e ai suoi uomini poi, la paternità di tutta una serie di dichiarazioni accusatorie che altro non potevano essere se non il frutto dei margini di autonomia che per scelta o per necessità gli vennero lasciati».

Più che rappresentare «una prova scivolosa da maneggiare con cautela, Scarantino - a giudizio del tribunale di Caltanissetta - rappresenta una prova insidiosa dalla quale è necessario prescindere a meno di non rimanere ostaggio delle altalene dichiarative dell’ex falso collaboratore. Proprio alla luce della sua costante ambiguità dichiarativa, risulta praticamente impossibile discernere quali siano le singole circostanze effettivamente suggerite e quali siano frutto della personale iniziativa, con la conseguenza che non è possibile attribuire con sicurezza una condotta ad un soggetto piuttosto che ad un altro».

Proseguono i giudici nelle motivazioni: «La tendenza al mendacio condiziona irreversibilmente la possibilità di valorizzare le sue dichiarazioni accusatorie nei confronti degli imputati rispetto alle quali è improponibile pensare di potere estrarre, con la certezza che richiede l’odierna sede, elementi di verità».

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