Sono giorni di grande preoccupazione anche in Sicilia per la scomparsa di Kimberly Bonvissuto, la ventenne di cui si sono perse le tracce dal 20 novembre a Busto Arsizio, in provincia di Varese. La ragazza è infatti originaria di Gela, dove vive e lavora il padre, che nelle scorse ore è partito per raggiungere la città in cui Kimberly abita con la madre e la sorella. Mariano Bonvissuto, disperato, ha lanciato un appello alla figlia: «Kimberly ti prego, se mi stai ascoltando, accendi il telefono. Chiamaci, facci sapere che stai bene. Stiamo morendo. Ti prego facci sapere che stai bene: torna a casa. Qualsiasi cosa sia successa si può risolvere, la affronteremo e la risolveremo insieme. Ti vengo a prendere dovunque tu sia, anche a piedi».
«Sappi che tuo padre è qui, io ci sono sempre stato. Staimo vivendo ore devastanti, non dormiamo più, siamo pieni di dolore perché viviamo in tempi bui. Quello che è successo qualche giorno fa (si riferisce al femminicidio di Giulia Cecchettin, ndr) ci fa preoccupare ancora di più e non deve accadere a nessun altro. Torna, contattaci, dimmi semplicemente se stai bene».
Quando è uscita di casa l’ultima volta, ha spiegato la madre della giovane, la ragazza che è alta un metro e 55 centimetri e ha i capelli rossi indossava un tuta grigia, scarpe nere e un giubbotto Colmar. Doveva tornare a casa lunedì sera: alle 21.30 aveva parlato con la cugina, poi più nulla. Le ricerche sono partite a tutto spiano: in azione ci sono anche i cani molecolari, ma finora non c'è alcuna traccia della ragazza.
A Gela in tanti conoscono il padre, l'appello sta facendo il giro dei social e l'apprensione sale sempre di più. «Diffondete la foto di Kimberly - chiedono in tanti - la ragazza potrebbe essere ovunque. Aiutiamo Mariano, aiutiamo questa famiglia in preda all'ansia, chiediamo a Kimberly di tornare a casa tutti insieme».
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