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Mafia, Riina voleva morto La Barbera ma i Madonia lo fermarono

All’udienza d’appello di Caltanissetta sulla strage di via D’Amelio depositata un’intercettazione del 2013

Arnaldo La Barbera

Totò Riina voleva uccidere La Barbera (nella foto) ma a fermarlo furono i Madonia. Al processo sul depistaggio delle indagini successive alla strage di via D’Amelio spunta un’intercettazione telefonica risalente all’8 novembre 2013. Un’intercettazione che arriva dal carcere in cui erano detenuti Totò Riina e Alberto Lorusso e che ora finisce agli atti del processo d’appello nei confronti di tre poliziotti Mario Bo, Fabrizio Mattei e Michele Ribaudo accusati di calunnia aggravata dall’aver favorito Cosa nostra. Riina, parlando con Lo Russo gli riferisce che i Madonia erano vicini ai Servizi Segreti e che La Barbera era un intoccabile.

«Ma chi i Madonia, Nino Madonia, i fratelli Madonia…?», dice Riina al detenuto che ha raccolto alcune confidenze del capomafia durante l’ora d’aria che trascorrevano insieme. «Ma che cos’è…, che i Madonia erano confidenti dei Servizi Segreti…, c’era una legge che interessava a loro…e loro convincevano Riina a lasciare La Barbera, il commissario la Barbera non lo dovevano toccare...».

Un servizio completo di Donata Calabrese sul Giornale di Sicilia in edicola oggi

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