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A Gela in fiamme bene confiscato a clan, indagini su ex proprietario

L'edificio su tre livelli, con tanto di grande piscina, apparteneva a Salvatore Murana, esponente della Stidda

Grosso incendio in un immobile confiscato alla mafia nel Nisseno. Le fiamme sono divampate lungo la strada statale 117 bis Gela-Catania, dove si trova la grande villa con piscina che apparteneva a Salvatore Murana, esponente della Stidda. L'edificio, suddiviso su tre livelli, con una piscina circondata da un grande giardino, era stato confiscato nel 2010 a Murana, conosciuto come «Turi che pupi» e accusato da otto collaboratori di giustizia di riciclare i soldi della famiglia mafiosa.

Dopo il  provvedimento, il boss consegnò le chiavi dell’immobile all’ufficiale giudiziario e lo lasciò con tutta la sua famiglia. Poi però ci ripensò, e ne occupò una parte, rimuovendo i sigili. Lo scorso 28 settembre, però, è scattato lo sgombero definitivo coordinato dalla prefettura di Caltanissetta ed è stata avviata la procedura per l’assegnazione: doveva diventare un centro di recupero per i tossicodipendenti. L’immobile era infatti ormai pronto per essere assegnato alla onlus “Casa Rosetta”, che aveva presentato l’unica istanza al Comune di Gela per l’utilizzo del bene confiscato, ma ora si dovrà fare la conta dei danni e i tempi per la consegna dell'immobile all'associazione potrebbero allungarsi.

Tra l'altro, si tratta del primo bando pubblico che l'amministrazione comunale ha emesso per la gestione di un bene confiscato a Cosa nostra. Amare le parole del sindaco di Gela, Lucio Greco: «È un fatto gravissimo. un segnale inquietante. Certamente non indietreggeremo, non ci saranno tentennamenti. Vogliamo continuare nell’impegno, forte e deciso, sul fronte della legalità. Siamo, anzi, convinti del fatto che le forze dell’ordine e la magistratura faranno luce sui fatti e sapranno individuare al più presto i responsabili. Lo Stato è presente in tutte le sue articolazioni e continuerà a lavorare in maniera incessante per la garanzia dell’ordine pubblico e la sicurezza dei cittadini di Gela».

«Questa mattina, purtroppo - aggiunge il primo cittadino - sono stato tra i primi ad arrivare sul posto per un sopralluogo, assieme alla polizia municipale e ai tecnici del Comune e poco dopo ho incontrato il procuratore capo facente funzioni, Lucia Musti. Presto sentirò il prefetto, il cui impegno nell’assegnazione del bene confiscato è stato continuo e deciso. Farò di tutto affinché non si interrompa questo percorso. Assieme ai tecnici comunali valuteremo una linea di finanziamento per ristrutturare la villa distrutta. Il sogno che abbiamo è quello di consegnare al più presto l’immobile alla casa famiglia Rosetta, associazione che ha nella propria mission l’impegno nel sociale, il sostegno ai giovani e la promozione di una forte cultura della legalità». Sul luogo dell'incendio è stato necessario un massiccio intervento dei vigili del fuoco. Sul posto anche le forze dell'ordine, il tratto di strada è stato chiuso al traffico per permettere di mettere in sicurezza l'area. Le indagini sono condotte dalla polizia, in corso tutti gli accertamenti, anche sull'ex proprietario. Per il procuratore si è trattato «di un atto vile, una sfida allo Stato. Faremo di tutto per individuare i responsabili».

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