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Depistaggio Borsellino, il legale della famiglia: «Sentenza importante». Il Pg: «Valuteremo ricorso in Cassazione»

Le reazioni. L’avvocato Trizzino: «Passo importante sul più grave depistaggio della storia giudiziaria italiana». Il procuratore generale Fabio D’Anna: «Accolto in parte nostro ricorso»

«A nome della famiglia Borsellino, che io rappresento, considerata l’assoluta serietà del collegio e rinviando ogni valutazione più approfondita alla lettura delle motivazioni, credo che oggi sia stato fatto un passo importante in relazione a quello che è stato opportunamente definito il più grave depistaggio della storia giudiziaria italiana».
Così l’avvocato Fabio Trizzino (nella foto), legale della famiglia del giudice Paolo Borsellino, dopo la lettura della sentenza della corte d’appello di Caltanissetta al processo sul depistaggio delle indagini sulla strage di via D’Amelio. Il collegio ha dichiarato prescritte le accuse contestate ai tre poliziotti imputati di calunnia aggravata.
«È una sentenza importante - continua Trizzino - perché, benché abbia escluso l’aggravante agevolativa amplia lo spettro della responsabilità sia di Mattei che di Ribaudo, e anche di Bo. Probabilmente la corte riuscirà a spiegare bene i motivi per cui nonostante le nostre prospettazioni l’aggravante sia stata ritenuta insussistente. Io sono soddisfatto - ha concluso - perché comunque viene sancito, con fermezza, che tre appartenenti alla polizia di stato hanno concorso a depistare le indagini sulla strage di via D’Amelio e io ritengo che questo sia un fatto estremamente grave. Per certi diversi dispiace che a pagare siano solo loro perché questo processo presenta numerosi convitati di pietra che avrebbero dovuto essere sul banco degli imputati, ma purtroppo quando lo Stato esercita la propria potestà punitiva a 30 anni di distanza dagli eventi questo è il rischio che si corre».

Il Pg: accolto nostro ricorso

«È stata esclusa l’aggravante mafiosa per tutti gli imputati ma, a differenza del primo grado, è stata riconosciuta la responsabilità dell’imputato Michele Ribaudo la cui posizione è stata dichiarata prescritta perché è passato troppo tempo dal momento dei fatti. Quindi è un mezzo accoglimento di quelli che sono stati i motivi di appello della procura generale e un totale rigetto di quelli delle altre parti».
Lo ha detto il procuratore generale di Caltanissetta Fabio D’Anna dopo la lettura del verdetto a carico dei tre poliziotti imputati al processo sul depistaggio delle indagini sulla strage di via D’Amelio.
La corte ha dichiarato prescritti i reati contestati ai tre imputati, i poliziotti Mario Bo, Fabrizio Mattei e Michele Ribaudo, mentre in primo grado Ribaudo era stato assolto nel merito.
«Tre soggetti - ha continuato D’Anna - li abbiamo sicuramente individuati, e sono gli odierni imputati, gli altri concorrenti sono deceduti o comunque nei loro confronti non si è proceduto. Sul mancato riconoscimento dell’aggravante mafiosa valuteremo, una volta lette le motivazioni della sentenza se proporre ricorso per Cassazione o meno».

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