«È stata un’emozione incredibile, ho pianto tra le sue braccia per almeno un quarto d’ora, ma finalmente ho potuto stringere e riabbracciare Filippo dopo 17 mesi». Lo dice Ornella Matraxia, la madre di Filippo Mosca, detenuto nel carcere Rahova di Bucarest, in Romania, da maggio, dopo che per un anno era stato recluso nel carcere, definito lager, di Porta Alba a Costanza. Ornella, dopo tanti mesi di incontri schermati dal vetro di separazione, sabato scorso, è riuscita ad avere un colloquio libero con il proprio figlio, rimasto coinvolto in una storia di droga e condannato a 8 anni e 3 mesi dalla giustizia romena.
Per quella condanna, Filippo si è sempre definito innocente, ma nonostante la battaglia legale i giudici romeni lo hanno condannato in primo grado e in appello. Con lui, anche l’amico Luca Cammalleri e un’altra ragazza italiana il cui nome è rimasto sempre sconosciuto. «A giugno scorso - dice Ornella Matraxia - con l’avvocato Armida Decina abbiamo cominciato la pratica per il trasferimento in Italia, come previsto dalle norme. Dopo aver ricevuto il via libera, con parere favorevole da parte dei giudici romeni, la pratica è arrivata al ministero di grazia e giustizia italiano che l’ha trasmessa alla Corte d’appello di Caltanissetta, competente per residenza ed è stata fissata l’udienza il prossimo 4 novembre sia per Filippo che per Luca per il riconoscimento della sentenza straniera. Siamo molto fiduciosi, ma servirà ancora qualche mese speriamo che il ministero e l’Interpol ci permettano di far rientrare in Italia al più presto Filippo e Luca», conclude Ornella Matraxia.
Nella foto Filippo Mosca con la madre
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