
Dodici autovetture - fra cui una Lamborghini, una Porsche Cayenne e una Ferrari - sono state fatte sequestrare dalla Procura di Gela a tre indagati per appropriazione indebita. Sono gelesi riconducibili alla società per azioni Sital impianti che è stata dichiarata fallita all’inizio del mese. Le vetture dovevano essere restituite all’amministrazione giudiziaria che avrebbe a sua volta trattenuto quelle di proprietà e restituito quelle che erano state prese in leasing il cui canone non è stato più pagato. A eseguire il provvedimento di sequestro, accompagnato da perquisizioni, circa 80 poliziotti del commissariato. E anche in questo caso, così come era stato davanti al tribunale di Gela subito dopo la dichiarazione di fallimento della società, ci sono stati momenti di tensione contro i magistrati della procura, coordinata da Salvatore Vella e contro i poliziotti.
A disporre il sequestro è stato un pm diverso rispetto a quello che ha chiesto e ottenuto il fallimento dell’azienda. Dalla procura, dopo le nuove tensioni, fanno sapere di «essere sereni» sottolineando che «gli indagati hanno, e avranno, tutti gli strumenti per difendersi nelle opportune sedi».
A ricordarlo, nei giorni scorsi, anche l’associazione nazionale dei magistrati: «Fermamente convinti che ci si debba sempre difendere nel processo e non dal processo, intendiamo evidenziare che il legittimo dissenso nei confronti di provvedimenti adottati dall’autorità giudiziaria non può mai estrinsecarsi in condotte che siano contrarie al rispetto della continenza espositiva e, soprattutto, non può tradursi in iniziative plateali volte a (tentare di) condizionare l’operato».
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