CALTANISSETTA. Due spettacoli, uno musicale l'altro teatrale, per finanziare il restauro della Sacra Urna fra le più belle Vare del giovedì santo. Si stanno studiano percorsi alternativi per racimolare i soldi (si parla di trentamila euro) per sostenere un maquillage ormai necessario dopo quello che è successo nella processione del 24 marzo quando il maestoso angelo alla sommità dell'urna si è messo ad oscillare paurosamente.
La Vara era stata fermata prudenzialmente dopo il primo giro e fatta rientrare in Cattedrale per evitare ulteriori sollecitazioni. Fissata già la data dei due spettacoli (il 2 e 9 ottobre prossimi al teatro Margherita) organizzati dalla Congregazione San Filippo Neri alla quale è affidata la gestione del gruppo regolata però da un'apposita convenzione.
Il priore Franco Russo martedì prossimo andrà a bussare a quattrini alla Regione e strappare, quantomeno, la promessa di un finanziamento da alimentare con il ricavato dei due spettacoli. La ricerca di sponsor privati si sta rivelando estremamente difficoltosa. L'ultimo restauro della Sacra Urna risale al 1985 e ad affettuarlo, per una spesa di 25 milioni di lire, fu una ditta specializzata di Acireale la stessa alla quale potrebbe essere affidato il prossimo intervento.
L'angelo che sovrasta l'Urna è adagiato su una nuvoletta d'argento e reca in mano il nastro con la scritta "Erit sepulchrum eius gloriosum" (Sarà il suo sepolcro glorioso). Di inestimabile valore il coperchio chiuso da cristalli di Boemia. La Sacra Urna (o "vara de parrina") è stata realizzata nel 1892 e all'epoca costò quattromila lire. Imponenza, bellezza ed eleganza caratterizzano un simulacro sicuramente il più pregiato fra quelli inventati dai due Biangardi a fine Ottocento quando sull'onda emozionale delle sciagure minerarie zolfatai e ceti cominciarono a commissionare le Vare raffiguranti le tappe essenziali della via dolorosa.
L'Urna è sostenuta da quattro zampe di leone, anch'esse dorate a zecchino e si erge maestosa sopra uno zoccolo rettangolare con angoli smussati adornati di cornici dorate. Ai quattro angoli si nota la presenza di giovani putti con in mano gli strumenti principali occorrenti alla crocifissione del Nazareno. All'interno su un letto di velluto impreziosito da ricami in oro giace il corpo di Cristo coperto da un solo velo rimasto intatto dopo 124 anni. Fra i simulacri che sfilano il giovedì santo è ritenuto fra i più belli.
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