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Eni e Averna: Caltanissetta rischia la desertificazione industriale

L’allarme viene lanciato dai sindacati confederali, i quali annunciano una assemblea contro la mobilità decisa dalla Campari

CALTANISSETTA. «Dopo l'Eni di Gela, il caso Campari-Averna a Caltanissetta dimostra - affermano Cgil, Cisl e Uil - che la provincia nissena corre il serio pericolo di una desertificazione industriale e produttiva, come del resto accade nelle aree industriali dove non si registra alcun incremento (semmai qualche abbandono) di piccole e medie imprese insediate».
L'avvio della procedura di mobilità per tutti i dipendenti del'Amaro Averna da parte del nuovo proprietario, Campari Spa è uno scenario che i sindacati tenteranno in tutti i modi di ribaltare.
«Innanzitutto quella di Averna - dicono - è una vertenza territoriale, che va discussa e aperta a Caltanissetta. È impensabile che la trattativa riguardante l'azienda che produce l'amaro nisseno, si svolga a Finale Emilia».
L'avvio della mobilità di tutti i lavoratori dipendenti dello stabilimento di Caltanissetta arriva dopo la vendita dell'Averna da parte dell'omonima famiglia che per tre generazioni ha prodotto l'amaro, alla multinazionale Campari Spa, colosso del settore beverage con quattromila dipendenti e un fatturato annuo di 1,3 miliardi di euro.
«La mobilità pre-licenziamento già avviata - affermano ancora i sindacati confederali - è il frutto di una politica industriale sbagliata della famiglia Averna, che non ha guardato allo sviluppo del territorio e tantomeno alla salvaguardia dei lavoratori. Ma questo non legittima di certo il nuovo proprietario, Campari Spa, a ricorrere ai licenziamenti visto che l'azienda controllata, la Fratelli Averna Spa, ha i bilanci in attivo, vanta fatturati per quasi 70 milioni di euro e produce utili netti ogni anno per i soci».
A parere delle organizzazioni sindacali, su queste basi economiche, finanziarie e produttive, la proprietà non può ricorrere alla mobilità. Non ci sono le condizioni che legittimano la procedura di licenziamento.
Per queste ragioni i sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil della provincia nissena, i sindacati di categoria e la Rsa, si attiveranno subito per tenere un'assemblea con tutti i lavoratori e definire i passaggi affinché si apra il tavolo delle trattative a Caltanissetta, condividendo con i dipendenti le strategie per ribaltare questa decisione.

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