GELA. La Giunta regionale ha approvato la delibera con cui si definisce il perimetro dell'area di crisi complessa legata alla chiusura della raffineria dell'Eni e ai suoi effetti economici, occupazionali e sociali sul territorio. Come concordato con il governo centrale,
l'area interessata comprende i sette comuni appartenenti ai sistemi locali del lavoro di Gela e del suo hinterland fino a Vittoria, Caltagirone, Caltanissetta e Piazza Armerina.
«In questo modo - ha commentato il sindaco di Gela, Domenico Messinese - l'agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa, Invitalia, potrà avviare i benefici economici e le agevolazioni fiscali per una realtà urbana messa in ginocchio dalla crisi economica e viene scongiurata la perdita di questi vantaggi che arrivano come ossigeno».
L'amministrazione comunale dà atto al governatore siciliano, Rosario Crocetta, di avere mantenuto l'impegno assunto con istituzioni e parti sociali, e chiede di procedere alla riqualificazione del sistema portuale (iniziando con il ripristino funzionale del porto rifugio) e il reimpiego delle risorse idriche non più in uso alla raffineria, quali la diga Ragoleto e le acque reflue depurate da utilizzare in agricoltura nei sistemi di irrigazione. I soldi li mette l'Eni attraverso l'utilizzo dei fondi di compensazione che ammontano a 32 milioni
di euro e che si affiancano ai 2,2 miliardi di investimento dell'azienda.
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