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Gela, la Versalis chiude il deposito ferroviario: proteste

GELA. Un’altra fetta dell’attività dell’Eni sta per lasciare l’area di Gela. Un’azienda sua consociata, la Versalis, ha deciso di chiudere il locale deposito ferroviario Terminal-Italia, dove confluiscono i propri trasporti intermodali strada-ferrovia, e di trasferirlo alla stazione di «Catania Bicocca».

A determinare il provvedimento sono intervenuti più fattori tra cui la chiusura nel petrolchimico di Gela dell’impianto di produzione delle plastiche «Politene», prima, e della Raffineria, dopo, ma (nel tempo) anche l’interruzione della tratta ferroviaria Gela-Caltagirone per il crollo di un ponte avvenuto sette anni addietro e mai ricostruito. Il deposito gelese stava lavorando con il polimero «Riblene» prodotto a Ragusa.

Il cambio di sede (da Gela a Catania) era previsto per il primo febbraio, ma la ribellione degli oltre cento camionisti dei quattro consorzi di autotrasportatori gelesi e la mancata intesa sulle modifiche contrattuali con l’azienda ha fatto slittare più volte la data.

Ora l’intero settore del trasporto ha deciso di proclamare lo stato di agitazione e minaccia lo sciopero a tempo indeterminato se non sarà avviata una trattativa tra le parti che tenga conto della lievitazione dei costi, dei tempi d’attesa e soprattutto degli effetti che la chiusura del deposito Terminal-Italia potrà avere sull'indotto dell’autotrasporto gelese (meccanici, gommisti, elettrauto, distributori di carburante, carrozzieri, ecc.) che coinvolge un migliaio di artigiani.

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