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Vallone: i boss non sparano più ma sono sempre presenti soprattutto nei campi

Maurizio Vallone

«La mafia oggi non spara e non mette le bombe ma continua ad essere presente nel territorio. Le agromafie sono un fenomeno che interessano tutta l’Italia meridionale ma anche alcune zone del Nord. Le mafie storicamente si sono concentrate in questo settore perché ha sempre portato tanta ricchezza, anche attraverso i fondi europei che da sempre alimentano il settore agroalimentare italiano». L’ha detto Maurizio Vallone direttore della Direzione investigativa antimafia nel corso del convegno «Gli affari delle Agromafie» che si svolge a Caltanissetta in occasione del trentennale della Dia.
«Le mafie - ha continuato Vallone - cercano di ottenere soldi attraverso i finanziamenti europee e nazionali, lo sfruttamento dei terreni, dei lavoratori, attraverso il lavoro nero nelle campagne e anche utilizzando quei terreni che riescono ad acquisire per utilizzarli come sversatoi per i rifiuti, anche di tipo tossico, di cui hanno inondato il meridione utilizzando i loro canali di approvvigionamento di questi rifiuti dal nord Italia e dal nord Europa».
«Il distretto di Caltanissetta è sicuramente interessato dal fenomeno delle agromafie. I dati che ogni anno inviamo per la redazione della relazione inaugurale lo dimostrano e dimostrano anche lo straordinario impegno di tutte le procure del distretto, Caltanissetta, Gela e Enna, per arginare il fenomeno», ha continuato il procuratore generale di Caltanissetta Lia Sava nel corso del convegno che si svolge al centro polifunzionale «Michele Abbate». «E’ chiaro che - afferma Sava - in un distretto contraddistinto da delle peculiarità e anche investito anche dalla crisi economica contrastare il fenomeno delle agromafie, studiarlo, è un obiettivo fondamentale per sensibilizzare ma soprattutto per individuare quelli che sono gli epifenomeni, i campanelli di allarme, che devono poi portare ad arginarlo. Perché se non si contrastano le agromafie c’è il rischio che quella crisi economica che investe l’Italia, il sud, e il distretto di Caltanissetta possa avere un effetto moltiplicatore estremamente pericoloso. E invece il contrasto attento può riuscire ad arginare gli effetti assolutamente negativi. Se si guardano i numeri delle inaugurazioni dell’anno giudiziario negli ultimi 4 anni vedrete che i procedimenti aperti e conclusi con esito estremamente positivo in questa materia nel distretto di Caltanissetta sono un fiore all’occhiello per le attività penali del distretto».

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