GELA. Nella sfida tra il sindaco di Gela, Domenico Messinese, che ha sospeso il costoso servizio di smaltimento straordinario dei rifiuti abbandonati per strada, e i cittadini indisciplinati che non intendono effettuare la raccolta differenziata, ha perso la città: dopo 18 giorni di questo braccio di ferro, i quartieri sono invasi dalla spazzatura.
Si sono verificati roghi inquinanti e pericolosi, con preoccupate note di «allarme-igiene» dell’Asp e della polizia municipale. Messinese oggi ha desistito, firmando l'ordinanza con cui autorizza la rimozione straordinaria dell’immondizia e la bonifica dei luoghi inquinati dal pattume.
Un lavoro, questo, che negli ultimi quattro anni ha comportato una scopertura finanziaria di 10 milioni di euro, non ancora colmata, in favore della ditta appaltatrice in quanto debito fuori bilancio che il Consiglio comunale non ha mai voluto sanare, così come non ha mai voluto accettare la proposta del sindaco di aumentare del 40% la tassa sui rifiuti.
La ripresa del servizio avverrà insieme con un più assiduo controllo diurno e notturno di vigilanza. Ma tutto ciò comporta delle spese che al momento nessuno può pagare perché non ci sono i soldi. La sfida perciò torna nell’aula consiliare tra il sindaco e quasi tutto il consiglio comunale, che accusa Messinese di «ricatto», perché avrebbe messo «a rischio le condizioni igieniche della città per ottenere l’aumento della Tari, lasciando nel frattempo alla Tekra l’appalto in regime di proroga da anni, anziché bandire una nuova gara a costi meno pesanti di quelle attuali».
Persone:
Caricamento commenti
Commenta la notizia