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Il movimento antiracket, questo sconosciuto: l'allarme dell'Antimafia per il Nisseno

Un territorio in cui non ci sono associazioni antiracket quello nisseno. Dal lavoro della commissione regionale antimafia a Caltanissetta è emerso che non ci sono associazioni antiracket registrate e riconosciute dalla prefettura. Non solo, che non c’è neanche un consorzio di comuni che gestisce i beni confiscati. Una giornata di audizioni in prefettura a Caltanissetta oggi, per il presidente Antonello Cracolici e gli altri componenti della commissione, i deputati Michele Mancuso Forza Italia, Roberta Schillaci M5s, Carmelo Pace Democrazia Cristiana. «Non c'è un consorzio tra Comuni per la gestione dei beni confiscati e con questa parcellizzazione non andremo da nessuna parte. - ha detto Cracolici ai giornalisti- Credo che si debba fare un salto di qualità, perché qui si gioca la credibilità dello Stato: le risorse sottratte ai mafiosi vanno restituite alla comunità. Tra l'altro nel Pnrr c'è una misura specifica sui beni confiscati, vedremo come ragionarne insieme ai sindaci di tutta la provincia».

I sindaci sono stati ascoltati nel pomeriggio. Se da un lato la criminalità è presente nel territorio attraverso le estorsioni ed il traffico di sostanze stupefacenti dall’altro il rischio di infiltrazioni mafiose negli appalti del Pnrr è dietro l’angolo. Il tema è venuto fuori dopo le audizioni dei componenti del comitato ordine pubblico e sicurezza, i primi ad essere sentiti insieme al prefetto Chiara Armenia. La gestione dei beni confiscati è uno dei punti cardine del mandato da presidente di Antonello Cracolici numerose sono state le occasioni in cui ha parlato dei vulnus della legge che stabilisce le modalità di gestione e lancia dal capoluogo nisseno appunto il consorzio tra comuni per la gestione. I vertici della procura sono arrivati a Palazzo del governo per essere ascoltati sulla situazione riguardante la criminalità organizzata. Il procuratore capo Salvatore De Luca insieme all’aggiunto Roberto Condorelli ai sostituti Nadia Caruso e Davide Spina tutti magistrati della Dda. Sentito anche il procuratore generale facente funzioni Antonino Patti. Una provincia dove le estorsioni e lo spaccio di sostanze stupefacenti sono il principale motore della criminalità organizzata.

Ma Caltanissetta si sono celebrati alcuni ancora in corso, anche i grandi processi dai più recenti, il maxi processo Montante, il processo al sistema Saguto e i processi sulle stragi. Il pool sulle stragi ha ancora filoni di indagini aperti. Una stoccata all’antimafia di facciata per il presidente Cracolici: «Le lezioni del passato serviranno all’antimafia per separare il grano dalla crusca». Un territorio vasto difficile e controverso tra la mafia gelese e la “mafia trasparente” come recita la sentenza di primo grado del processo Montante. Parla di «periferia dell’impero» Michele Mancuso componente nisseno della commissione riferendosi alla provincia nissena «un territorio che ha tanto disagio e che ha bisogno continuo di collaborazione». Rompere il muro dell’indifferenza per Cracolici il punto nodale dell’opera della commissione che sta affrontando un primo giro di audizioni nelle province siciliane. Prossima tappa del viaggio a Messina giovedì 20 aprile.

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