
Una nuova iniziativa politica ha preso corpo in Sicilia, terra da sempre considerata come laboratorio politico nazionale. Progetto Sicilia Sviluppo è il contenitore che nella fase embrionale, nasce spontaneamente senza sovrastrutture politiche, ma con una volontà precisa di cambiamento per il popolo siciliano.
Nei giorni scorsi, all’hotel San Michele di Caltanissetta, si è svolta la prima riunione del coordinamento Progetto Sicilia Sviluppo, che ha gettato le basi per la creazione di un’aggregazione politica e di proposta costruttiva a tutela della Sicilia. Al progetto hanno aderito diverse organizzazioni datoriali, associazioni di agricoltori e pescatori, partite iva e rappresentanti del mondo della cooperazione e della società civile. Ideatore dell’iniziativa, che ha moderato l’incontro, è Padre Giuseppe Di Rosa, storico rappresentante e tra i principali animatori del movimento dei Forconi.
«Non siamo né di destra, né di sinistra - ha spiegato nel corso del suo intervento Padre Di Rosa - ma proiettati al futuro della Sicilia, alla salvaguardia del suo patrimonio etico-culturale, contro tutte le forme di mafie, a difesa dell’agricoltura, della pesca e a tutela di quel valore imprenditoriale sano, che la nostra regione rappresenta. Oggi esiste una Sicilia che lotta per cambiare - ha aggiunto Padre Di Rosa - in grado di creare un volano economico ed occupazionale, dando così dignità al popolo fiero di sé stesso, della sua storia, delle sue tradizioni e consapevole delle sue tante contraddizioni».
Alla fine della riunione il coordinamento ha approvato un documento-manifesto, nel quale si ribadisce che «il progetto ha come obiettivo una proposta politica, che ponga al centro la Sicilia non più in uno status di subalternità nei confronti delle altre regioni. Causa anche la non applicazione dell’autonomia derivante dall’attuazione dello statuto autonomo, approvato con legge costituzionale n.2 del 26 febbraio 1948, che assegna alla Sicilia competenze esclusive e nella mortificazione istituzionale nel non vedere applicato l’art. 36 dello Statuto siciliano, che consentirebbe alla nostra regione di ricevere ogni anno dai 7 ai 10 miliardi di nuove entrate».
Inoltre, è stato eletto un gruppo regionale di lavoro formato da 14 componenti, per preparare le basi alla successiva riunione di Progetto Sicilia Sviluppo, che si svolgerà a settembre e che darà l’avvio dell’organizzazione sul territorio del movimento. E proprio in occasione di quell’incontro, sarà creato un organismo di proposta ed elaborazione politica, un vero governo siciliano parallelo, che proporrà interventi legislativi nelle materie di competenza esclusiva della Regione.
«In quel contesto si decideranno le modalità di prosieguo dell’attività del coordinamento - si legge ancora nel manifesto - con la scelta se trasformarsi in un movimento politico regionale e, in questo caso, con la elaborazione di una piattaforma di proposte da porre all’attenzione del popolo siciliano. In tale ottica procederemo alla costituzione di un organo politico composto da agricoltori, pescatori, imprenditori ed esponenti della società civile, uomini e donne che vogliono concretamente cambiare la nostra Sicilia. Verrà creato un coordinamento regionale composto da un rappresentante per categoria e a cui potranno far parte responsabili designati dalle associazioni che sottoscriveranno il manifesto. La nostra regione deve uscire da un limbo di immobilismo atavico e rilanciare la propria autonomia oltre ad affermare la propria centralità economica nel bacino del Mediterraneo».
Questi i quattordici componenti che faranno parte del gruppo regionale di lavoro: Giuseppe Di Rosa, Marco Giammanco, Adriana Cavasino, Franco Calderone, Mario Rizzo, Giacomo Fascella, Guglielmo Conigliaro, Anna Maria Meli, Alberto Maugeri, Rosario Galati, Beppe De Santis, Angelo La Plena, Vincenzo Maiorana e Felice Coppolino.
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