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È morto Franco Russo, ideò la marcia per la salvaguardia dello Zingaro

Se n’è andato Franco Russo, una vita dedicata alla difesa della natura. Una vita spesa nella sua terra, la Sicilia, ma non solo. Nasce a Caltanissetta, ultimo di 8 figli, il 22 settembre 1937, da una famiglia di intellettuali. Uno dei fratelli del padre - preside del Liceo Regina Margherita, provveditore agli studi - è il critico letterario Luigi Russo. Tutti i suoi fratelli e sorelle frequenteranno l’Università.

L'esperienza negli Stati Uniti

Terminata la scuola superiore Franco si trasferisce a Palermo e si iscrive alla Facoltà di Agraria. Dopo la laurea, frequenta per circa quattro anni il corso di laurea in Scienze Forestali dell’Università di Firenze; poi coglie l’opportunità di proseguire gli studi negli USA, a Seattle, città che si affaccia sul Pacifico e che gli resterà nel cuore tutta la vita. Qui consegue un Master e acquisisce una formazione che sarà determinante per le scelte future. Sono gli anni ’60, gli anni della nascita del movimento pacifista nelle università americane, e Franco vi partecipa attivamente. Negli Usa scopre l’incanto della wilderness, ed è anche il ritorno di un paesaggio naturale ancestrale, a tratti incontaminato, che porta con sé. A Seattle, dove il movimento ecologista è fortissimo, è colpito dall’organizzazione dei parchi nazionali e comprende il valore sociale dell’ambientalismo.

Il ritorno in Sicilia

Tornato in Italia, lavora in Sicilia per alcuni anni come dirigente dell’Azienda regionale Foreste demaniali, ma il suo spirito irrequieto, il desiderio di nuove esperienze professionali e la passione per il viaggio lo portano altrove. Grazie anche alla conoscenza di più lingue, sceglie di impegnarsi nella cooperazione internazionale e collabora con la FAO per realizzare diversi progetti di rimboschimento. Nel 1973 accetta la proposta di questa Organizzazione e parte per lo Yemen dove resterà un anno per partecipare ad uno studio internazionale sulle dune. Rientrato in Sicilia, decide di spendere le sue competenze nella lotta per la protezione della natura dell’isola. A lui si deve l’idea della marcia per la salvaguardia dello Zingaro (uno dei tratti più suggestivi della costa siciliana) e buona parte dell’organizzazione di quell’iniziativa insieme alle principali associazioni ambientaliste.

La riserva dello Zingaro

L’esperienza fatta da Franco negli USA gli permetterà di capire come l’azione efficace dei comitati di base potesse essere decisiva nel sensibilizzare la gente e raggiungere l’obiettivo voluto: superare le distanze politiche e creare un movimento trasversale, di massa per la tutela di uno degli ultimi paradisi naturali rimasti in Sicilia. «Chi ha condiviso con lui quella esperienza ricorda la passione e l’impegno profusi per la riuscita della manifestazione che nel maggio del 1980 rappresentò un punto di svolta nella diffusione della cultura ambientalista dell’isola e che, in poco più di un anno, portò all’istituzione della Riserva Naturale Orientata dello Zingaro. Il successo della mobilitazione popolare infatti trovò una corrispondenza nell’Assemblea Regionale Siciliana dove prendeva corpo l’idea che fosse arrivato il momento di approvare una legge organica per l’istituzione di parchi e riserve naturali. La consapevolezza nel mondo politico inaugurò in Sicilia una nuova fase legislativa per le aree protette. E Franco darà il suo contributo entusiasta anche nella fase di gestazione della legge, preparando i contenuti degli articoli e dando i consigli che venivano richiesti di continuo», scrivono in una nota i familiari.

L'esperienza in Niger

Nel 1983, riceve una nuova proposta della FAO e si trasferisce in Niger dove lo seguirà la moglie Maria Pia e dove per due anni lavorerà ad un progetto per rallentare l’erosione del suolo e combattere la siccità. In quel periodo la rivista National Geographic dedica parte di un suo numero alla lotta contro la desertificazione del suolo, e nella foto di copertina raffigura due mani, una nera e l’altra bianca, che insieme mettono a dimora una piantina nel deserto. La mano bianca è quella di Franco Russo. Tornato in Sicilia, riprende la direzione dell’Ufficio conservazione natura dell’Azienda regionale Foreste demaniali. Nel 1989 si trasferisce a Nicolosi, vicino Catania, per seguire la realizzazione del Parco dell’Etna di cui sarà direttore reggente per diversi anni. Dal 1991 è componente della commissione parchi e aree protette dell’Unione internazionale conservazione della natura (IUCN) che ha sede in Svizzera. Dal luglio 1996 al maggio 1998 è assessore all’Ambiente della provincia di Palermo nella giunta Puccio. Poi assume l’incarico di presidente regionale del WWF, che continuerà ad impegnarlo a lungo nelle battaglie e nelle emergenze ambientali.

Il ricordo dei familiari

«Franco Russo - raccontano i familiari - era un grande conoscitore della natura e dei percorsi naturalistici della Sicilia. Spesso nel tempo libero si dedicava alle escursioni, soprattutto nelle Madonie e nei Nebrodi, coinvolgendo i suoi amici più cari in queste scorribande. Il suo sguardo non era solamente quello del tecnico, esperto della flora e degli elementi naturali del territorio. Lo Zingaro o l’area del Parco dell’Etna, diceva, sono luoghi straordinari di bellezza anche perché sono l’espressione di una simbiosi perfetta uomo-natura che dura da millenni, paesaggi dove l’impronta dell’uomo si fonde e si confonde. Attento alla fruizione controllata dell’ambiente - proseguono -, Franco era consapevole degli interessi contrastanti che sono in gioco e delle difficoltà che questo comporta. Per spiegare la necessità di una presa di coscienza e di un atteggiamento responsabile nella protezione delle risorse naturali, amava ricordare con gusto un po’ provocatorio che al patrimonio naturale può arrecare più danni la realizzazione di una strada che il fucile di un cacciatore. Alla sensibilità dell’ambientalista, univa la capacità di andare verso gli altri, di coinvolgere le persone nei progetti di interesse comune in cui credeva, vincendo le resistenze iniziali. E i risultati notevoli raggiunti nelle esperienze di cooperazione internazionale, nello Yemen dalle tradizioni tribali o tra le popolazioni del Niger, furono possibili anche grazie al rapporto straordinario che sapeva creare con la gente, al di là delle differenze culturali. Il 1° marzo di quest’anno se n’è andato Fulco Pratesi, fondatore e a lungo Presidente nazionale del WWF. Adesso è la volta di Franco Russo. Pratesi e Russo, due esempi luminosi di impegno generoso per la tutela del patrimonio naturale dell’Italia e della Sicilia».

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