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Mafia a Caltanissetta, il pm: "Estorsioni più ampie di quanto emerso"

Blitz antimafia a Caltanissetta, sette gli arresti. La polizia ha sgominato un'organizzazione mafiosa dedita alle estorsioni e al traffico di droga. Dalle indagini è emerso che uno degli arrestati è riuscito a mettere nuovamente in piedi la cosca mafiosa di Caltanissetta.

"Una delle cose che ci ha colpito nel corso dell'operazione è che i commercianti quando venivano avvicinati per pagare il pizzo divenivano accondiscendenti nel momento in cui veniva detto loro che i soldi servivano per mantenere i detenuti in carcere". Lo ha detto l'ex capo della squadra mobile di Caltanissetta, Marzia Giustolisi, che ha condotto le indagini dell'operazione 'La bella vita' culminata con l'arresto di sette persone, compreso l'attuale presunto reggente di Cosa nostra Nissena.

"Ci sono sei o sette ipotesi di estorsione - ha detto il Pm della Dda di Caltanissetta Pasquale Pacifico - ma pensiamo che il fenomeno sia un po' più ampio di quello che è emerso. Spaziavano dall'imprenditore edile alla ristorazione. Gli importi richiesti agli imprenditori non erano eccessivi ma costanti, parliamo di centinaia di euro al mese. C'è stato anche un tentativo di entrare in una di queste attività alle loro condizioni. Stiamo vagliando le posizioni di alcuni di questi imprenditori".

L’organizzazione criminale era ben studiata. Come si vede dalle immagini della polizia di Stato, i malviventi erano soliti controllare attentamente, tramite uomini messi di guardia con binocoli, l’arrivo di forze dell’ordine che potessero scoprire i loro affari.

Con un giro ben architettato, riuscivano anche a far arrivare denaro ai detenuti e nascondere la droga in luoghi isolati con il favore del buio notturno. All’interno di una struttura di campagna, inoltre, tenevano grandi quantità di denaro raccolto in mazzette da mille euro.

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