Otto persone sono state raggiunte da misure cautelari a Gela per i reati, contestati a vario titolo, di combustione e sversamento illecito di rifiuti, ricettazione e violazione di sigilli. Ad eseguire il provvedimento, su delega della Procura, il commissariato di pubblica sicurezza di Gela (Caltanissetta) in applicazione di un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali e reali, emessa dal gip. In tutto sono 14 le persone indagate: per quattro di loro è scattato l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, tre volte a settimana con l’ulteriore prescrizione di non lasciare l’abitazione nelle ore notturne dalle 21.30 alle 6; per altri quattro indagati è stata disposta la misura cautelare del sequestro preventivo di sette mezzi pesanti, utilizzati allo stato degli accertamenti preliminari, senza le prescritte autorizzazioni, per il trasporto, sversamento e abbandono del materiale di scarto proveniente da attività agro-industriali su un fondo privato dove era stata allestita la discarica abusiva. Altre sei persone sono indagate a piede libero.
Le condotte contestate avvenivano, in relazione ad alcuni degli indagati, nell’esercizio dell’attività di impresa nel settore dello smaltimento dei rifiuti; per questo motivo il gip del tribunale di Gela ha applicato la misura cautelare della sospensione delle autorizzazioni, licenze, concessioni per il trasporto e la trattazione a qualunque titolo dei rifiuti nei confronti della società coinvolta. Nel corso delle indagini è emerso inoltre che gli indagati riuscivano a trarre ulteriori importanti profitti attraverso la rivendita del materiale ferroso ricavato dai cumuli di rifiuti date alle fiamme, motivo per cui viene contestato il reato di ricettazione anche nei confronti di un imprenditore operante nel territorio di Niscemi. Da approfondimenti effettuati in collaborazione con l’Arpa, sul materiale di derivazione agro-industriale che veniva smaltito, è emersa la presenza in discarica di metalli pesanti ed amianto.
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