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«Bruciai autoscuola senza chiedere perché»
A Caltanissetta parla il pentito Condorelli

CALTANISSETTA. È su tre episodi specifici che l'allora neo collaborante Daniele Condorelli s'è soffermato parlando con i magistrati. Era il pomeriggio del 13 novembre dello scorso anno quando il giovane si è volontariamente sottoposto a un nuovo interrogatorio. Ed i tre fatti in questione sono «l'incendio all'autoscuola Petrantoni, il danneggiamento del bar e il danneggiamento del negozio Mille idee... personalmente non sono mai andato in questi negozi per dirgli che bisognava pagare il pizzo» ha spiegato il pentito. «So che qualcuno - è andato avanti - andava lì per chiederlo, di questo ne sono sicuro al cento per cento, però non so chi andava... io sono andato solo a danneggiare le vetrine».

A quel punto il pm gli ha chiesto se Alletto fosse implicato in questa questione. «No, Alletto, però, lo sapeva perché è quello che mi ha mandato... lui lo sapeva che stavo andando a danneggiare e mi ha detto "Vallo a danneggiare”, quindi lui era consapevole, penso che lui lo sappia il motivo», ha proseguito. «Però non me lo ha mai detto, non come la scuola Petrantoni, mi ha detto "Io la devo bruciare pirchì chiddu è un curnutu", così. E io l'ho bruciata senza chiedere manco perché. A parte che mi diceva sulla macchina che c'erano microspie», è sempre Condorelli a riferire ai pm Giovanni Di Leo ed Elena Caruso.

«Alzava la musica - è andato avanti - e mi diceva "Mutu, mutu, non parlare sulla macchina". E comunque dopo, dopo che c'è stato l'incendio alla scuola Petrantoni, dove c'è.. vicino al bar Grazia c'è il camion dei panini, quindi c'è una telecamera sopra a trecentosessanta gradi. Dopo l'incendio la alla scuola Petrantoni, ci siamo riuniti tutti la sotto, quindi c'è la telecamera. Se ci prende...». Successivamente, su domanda del pm, lo stesso collaborante ha affermato "di avere fatto parte del gruppo Alletto e di avere avuto frequentazioni con Di Gati".

 

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