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Piano per sparare a militare, nuovi particolari a Caltanissetta

CALTANISSETTA. È stata una trattativa telefonica per la sospetta vendita di un fucile, e la presunta contrattazione per un altro, a mettere gli inquirenti in allarme. A fare scoprire che vi sarebbe stato nell’aria un piano per «attentare all’incolumità» del maresciallo a capo della caserma di Resuttano. Perché con il suo lavoro stava dando impiccio. Stava intralciando quella presunta opera di ”svuotamento” dell’azienda «La Placa» di Resuttano, nelle scorse settimane al centro di una confisca milionaria a carico di Maria Antonietta Dell'Edera e la figlia, Katia La Placa.

Azienda in cui avrebbe operato anche Tony Ciavarello genero del boss corleonese di Cosa nostra, Totò Riina. Dai contenuti di quelle telefonate, ritenuti inquietanti, l’urgenza di sottoporre a fermo i cinque sospetti coinvolti in quel presunto piano di attentato. Con in particolare, quattro dei presunti arrestati che, secondo la tesi accusatoria, sarebbero stati particolarmente interessati a colpire il comandante della caserma dei carabinieri di Resuttano. E in tal senso il riferimento della procura sarebbe al quarantaquattrenne di Resuttano, Maurizio Porcello, il quarantenne nisseno Michele Giarratana, il trentottenne Salvatore Faulisi di San Cataldo e diciottenne di Resuttano, Salvatore Macaluso che in paese gradiva farsi chiamare ”Totò Riina”.

 

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