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Integrazione a Sutera, da rifugiate ad artigiane

Alcune richiedenti asilo politico protagoniste del laboratorio inserito nel progetto «Iart». Hanno realizzato le «Puppet», piccole sculture in tessuto imbottito

SUTERA. Da rifugiate ad artigiane. A Sutera il passo, per le richiedenti asilo accolte nel progetto Sprar (finanziato con risorse del Ministero dell’Interno nell’ambito del Sistema di accoglienza e protezione per rifugiati e richiedenti asilo) è breve. Le ospiti della misura sono state protagoniste del laboratorio artistico tenuto da Marina Iodice e Marina Sarracino nell’ambito del progetto Iart (promosso dalla Associazione IWorld) presentato lo scorso fine settimana al Centro culturale polivalente situato all’interno dell’ex chiesa degli Agonizzanti. Il laboratorio è stato finalizzato alla realizzazione di piccole sculture morbide, le cosiddette “Puppet”, composte esclusivamente da materiali di recupero. «L’idea conclusiva del laboratorio - spiegano Claudio Lombardo e Calogero Santoro dell’associazione I girasoli - è quella di un Puppet Crossing, ovvero diffondere nel paese queste sculture in tessuto imbottito che, attraverso la loro struttura, comunicano una nuova identità ludica, dinamica e modificante degli spazi e degli arredi urbani. L’iniziativa segna un altro passaggio importante nella realizzazione del progetto Sprar, nel suo percorso di integrazione, scambio, conoscenza tra la comunità suterese e i beneficiari del progetto. I Puppets hanno infatti rappresentato un terreno di incontro culturale e la concretizzazione di un metalinguaggio relazionale tra le donne inserite nel progetto d’accoglienza e gli abitanti del luogo. Sono un dono che le donne del progetto voglio offrire alla città di Sutera, ma anche un intervento diretto a modificarne la realtà e l’identità (anche se solo in chiave artistica)».

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