GELA. La protesta dei lavoratori dell’indotto della Raffineria di Gela, si sposta all’aeroporto “Pio La Torre” di Comiso. Da questa mattina, circa duecento lavoratori del petrolchimico di Gela, di comune accordo con i sindacati, presidiano lo scalo ragusano. Hanno anche esposto uno slogan: "1500 lavoratori dell'indotto Eni sono a casa, Matteo, aiutaci! Lavoro adesso!".
Le maestranze della raffineria gelese, dopo 16 giorni di scioperi, blocchi stradali e manifestazioni, hanno così deciso di portare fuori dalla provincia nissena la loro protesta. "Intendiamo proseguire ad oltranza – sostengono i sindacati – fino a quando non arriveranno risposte positive dal Governo nazionale.
Non vogliano l’elemosina ma lavoro e dignità”. Le maestranze, reclamano l’avvio del piano di riconversione della Raffineria, che prevede la produzione di bio carburanti e investimenti per 2,2 miliardi di euro. Una conferenza di servizi è in programma a Roma per il 18 febbraio. In quella sede dovrebbero essere rilasciate le autorizzazioni necessarie per l’avvio dei primi cantieri.
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