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Caltanissetta, «Non voleva uccidere il cognato»: pena ridotta

CALTANISSETTA. In origine è stata contestata l’accusa di tentato omicidio pèer una rissa avvenuta in una abitazione di Caltanissetta fra prossimi cognati. Poi la pesantissima accusa s'è ridimensionata ed è stata riqualificata in lesioni aggravate. Anche se durante la concitata e violenta azione, tra l'altro, sarebbe saltato fuori pure un coltello, i giudici non hanno ravvisato che nell’azione vi fosse la premeditazione di volere uccidere.

E così come è variata l'imputazione ora, in appello, anche le precedenti condanne sono mutate. Sempre resta l’affermazione di responsabilità, che i giudici di sencondo grado hanno riconosciuto agli imputati, ma con uno sconto di pena concesso ai due giovani, cognati tra loro, mentre sono state assolte le due cognate.

A beneficiare della riduzione della pena sono stati il ventiduenne Angelo Salvatore Alletto (difeso dall’avvocatessa Maria Francesca Assennato) e il ventiquattrenne Fabio Chiarelli (assistito dall’avvocato Salvatore Domante). Ad entrambi erano stati comminati in primo grado ad un anno e sei mesi di reclusione ciascuno con il rito abbreviato, procedimento conclusosi nel giugno dello scorso anno. Adesso, ad entrambi sono stati invece inflitti dodici mesi ciascuno. Entrambi sono stati ritenuti ancora colpevoli di lesioni aggravate dall’uso del coltello e porto oggetti atti a offendere.

Colpo di spugna alla precedente condanna a 4 mesi e 1.000 euro di ammenda, invece, per la ventenne Rosalia Ylenia Alletto (avvocato Salvatore Domante) che adesso è stata assolta dalla corte d'Appello. Già nel primo processo tutti e tre sono stati assolti dall’ipotesi di rissa.

Tutto è legato a una turbolenta vicenda che risale all’8 febbraio dello scorso anno. Finita sotto la lente della polizia nel momento in cui sono intervenuti dopo una chiamata, giunta alla sala operativa della Questura, per segnalare la presenta di un ragazzo disteso a terra che era arrivato lì perché ferito da una coltellata. Era Fabio Chiarelli che, agli agenti, ha poi raccontato di essere stato aggredito dal fratello della sua fidanzata. Lite, secondo la sua versione, che sarebbe scoppiata in casa dei genitori della ragazza per non meglio definite questioni. E la fidanzata ha confermato la versione del suo ragazzo.

I poliziotti, in casa della giovane, hanno poi trovato diverse macchie di sangue sia sul pianerottolo che dentro l'abitazione. Dentro v'era ancora Angelo Alletto che, pur ammettendo la zuffa, si sarebbe poi giustificato asserendo di avere in qualche modo reagito solo a una provocazione. Con un racconto che avrebbe presentato, secondo gli investigatori, coni d'ombra.

Alla fine, secondo la ricostruzione degli inquirenti, Angelo Alletto avrebbe aggredito Fabio Chiarelli con un coltello e questi a sua volta, si sarebbe difeso con un cacciavite. Nella bagarre anche un gragnola di calci e pugni. E in quel frangente tutti e tre sono stati arrestati – solo la ragazza è finita allora agli arresti domiciliari - per rissa aggravata e, i due ragazzi, anche per tentato omicidio e porto di armi o oggetti atti ad offendere.

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