RIESI. Nuovo atto del sospetto figlicidio di Riesi. Vicenda choc che ha sconvolto il paese. E che tra meno di un mese riapproderà in aula per un processo d'appello. Perché il padre, accusato di avere ucciso il figlio e già condannato al “fine pena mai” in primo grado, ha impugnato quel verdetto.
A tutti i costi ora vorrebbe dimostrare la sua innocenza, mai gridata ma sempre asserita. E l’imprenditore sessantaseienne di Riesi, Stefano Di Francesco (assistito dagli avvocati Michele Micalizzi e Giampiero Russo) tornerà alla sbarra per il processo d'appello. Perché già giudicato colpevole di avere assassinato il figlio. Il trentunenne Piero Di Francesco che – secondo il teorema accusatorio che ha già retto al vaglio dell'aula – avrebbe prima tramortito e poi, credendolo morto, ne avrebbe bruciato il corpo. Che il padre stesso – secondo la tesi a discolpa - avrebbe trovato carbonizzato la mattina del 9 gennaio 2012 dentro una vecchia auto all’interno dell’azienda di famiglia.
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