Colpo di forbice alla condanna di un bracciante riesino che ha sparato al cugino ferendolo gravemente. È arrivato, dopo cinque passaggi in aula con il vaglio «bis» in Cassazione. Quello che alla fine, ora, ha cristallizzato la colpevolezza a carico del feritore che, con il suo avvocato al fianco, si è già costituito presentandosi al carcere "Malaspina".
È il bracciante quarantaseienne, Angelo Salvatore Mirisola (difeso dall'avvocato Antonio Impellizzeri) accusato di tentato omicidio e porto abusivo di pistola, per avere sparato all’indirizzo dell’operaio comunale quarantacinquenne Antonio Volpe con il quale è legato da rapporto di parentela. È per questioni personali che avrebbe fatto fuoco.
Al termine dell’appello "bis", nel settembre di due anni fa, è stato condannato a sei anni di reclusione. Ora la quinta sezione penale della Cassazione ha ulteriormente ridotto la pena a 5 anni e 8 mesi perché, come chiesto dalla difesa, è stata riconosciuta l’attenuante della provocazione.
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