Continua la lunga odissea giudiziaria per le campane della parrocchia delle Anime Sante del Purgatorio. I "sacri bronzi", agli inizi degli anni Novanta, erano stati prima sequestrati e poi confiscati dalla Magistratura (caso più unico che raro), per disturbo della quiete pubblica.
Da nove anni a questa parte le campane sono tornate a chiamare in chiesa i fedeli. Ma ora rischiano di nuovo di venire "imbavagliate" dall'Autorità Giudiziaria che sta indagando sulla legittimità del loro utilizzo da parte del rettore della chiesa.
Nei giorni scorsi, infatti, il parroco del "Purgatorio", don Lillo Buscemi, è stato raggiunto da un avviso di conclusione delle indagini preliminari a suo carico, emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Gela, per il reato continuato di disturbo delle occupazioni e del riposo delle persone, e per inosservanza di un'ordinanza comunale che intimava il blocco delle campane.
Assieme al sacerdote, hanno ricevuto analogo avviso di conclusioni delle indagini da parte della Procura gelese, per omissione di atti d'ufficio, l'ingegnere Concetta Meli, capo della Ripartizione comunale Lavori Pubblici e Ambiente, e il comandante pro tempore della polizia municipale, Salvatore Di Martino.
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