Preferisce patteggiare la condanna un presunto compagno violento. Che per anni avrebbe vessato la sua compagna. E in una circostanza le avrebbe rifilato anche un violento pugno in faccia provocandole lesioni. E alla fine ha scelto di chiudere il suo sospeso con la giustizia già al cospetto del gup.
È stata di un anno e dieci mesi di reclusione, con i benefici della pensa sospesa e la non menzione, la condanna comminata al trentanovenne sancataldese Leonardo Antonio Cordaro (assistito dall'avvocato Giuseppe Zucchetto), passando per il consenso dell'accusa.
È finito in giudizio perché a suo carico il pubblico ministero Chiara Benfante gli ha contestato le ipotesi di maltrattamenti in famiglia e lesioni aggravate. Queste le imputazione per le quali è comparso dinanzi il gup David Salvucci - per ratificare il patteggiamento - che ha ordinato pure all'imputato il pagamento delle spese di giudizio quantificate in novecento euro sostenute dalla parte civile, ruolo rivestito dalla ex compagna dell'imputato, una cinquantenne di Siracusa ma anch'ella abitante a San Cataldo.
L'articolo nell'edizione di Caltanissetta del Giornale di Sicilia
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