Mafia e pizzo. È il leitmotiv del procedimento che ieri s'è aperto in appello a carico di un manipolo di sospetti uomini di Cosa nostra e presunti avvicinati, che avrebbero avanzato richieste estorsive con la presunta «benedizione» della cosca di San Cataldo.
Pressioni che non si sarebbero tradotte in richieste esplicite di denaro, ma sotto forma di assunzioni imposte o pagamento di prestazioni offerte solo in parte a una società cooperativa che curava il servizio di nettezza urbana nel Comune sancataldese.
È lo scenario complessivo al centro di questa tranche di una maxi inchiesta di carabinieri e guardia di finanza, nome in codice «Pandora», che nella sua globalità nell'estate di due anni fa ha fatto scattare una pioggia di provvedimenti cautelari, coinvolgendo anche un sottufficiale dei carabinieri, ex dirigenti pubblici, funzionari e professionisti le cui posizioni, però, sono state stralciate dalle otto ora in questione per differenti scelte processuali.
L’articolo nell’edizione di Caltanissetta del Giornale di Sicilia
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