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Furto in gioielleria e "cavallo di ritorno": 5 arresti a Gela

Agenti del commissariato di polizia di Gela hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare - tra carcere e domiciliari - nei confronti di cinque indagati accusati di furto aggravato, ricettazione ed estorsione. E’ l’esito dell’indagine «Boomerang» diretta da Salvatore Cicero e coordinata dal Procuratore Fernando Asaro e dal sostituto Silvia Scuderi.

Secondo l'accusa, la banda avrebbe, con una 'spaccata', prima sfondato le vetrine di una gioielleria e poi, utilizzando la cosiddetta tecnica del 'cavallo di ritorno', avrebbe chiesto soldi al titolare del negozio per restituirgli la refurtiva. Il furto risale all’11 marzo e il titolare dell’esercizio commerciale indagato a piede libero per favoreggiamento.

In carcere sono finiti Michael Smecca di 24 anni, Carmelo Martines di 24 anni e Giacomo di Noto di 38 anni. Ai domiciliari sono finiti Angelo Lombardo 21 anni e Dario Gagliano di 30 anni. I primi tre sarebbero gli autori del furto mentre gli altri due gli intermediari. Di Noto, inoltre, sarebbe stato il collante tra commerciante ed il gruppo di presunti ladri.

Nell’ambito dell’indagine è stato sequestrato anche un orologio Hamilton, dal valore di 1.700 euro, che l’imprenditore avrebbe donato allo stesso Di Noto quale ricompensa per l’impegno profuso nel recupero della refurtiva.

Il furto avvenne durante il periodo del lockdown e la refurtiva è stata considerevole: 77 mila euro. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti il commerciante dopo essere tornato in possesso di parte della refurtiva, ottenuta dopo il pagamento del riscatto, avrebbe cercato di eludere le indagini.

«Il titolare invece di correre verso lo Stato - ha detto il Procuratore Asaro durante la conferenza stampa - preferisce andare dall’amico e cercare la refurtiva in altro modo». Durante la conferenza stampa Asaro ha sottolineato che la realizzazione di un impianto di sorveglianza cittadino permetterebbe agli inquirenti di poter svolgere le indagini celermente.

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