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Docce punitive e anziani legati a letto: ecco cosa succedeva nella casa di cura di San Cataldo

Frame video dei carabinieri

"Più che una casa serena sembrava una casa di pazzi". È quanto aveva detto ai suoi familiari un anziano che si trovava nella comunità alloggio "Casa Serena" dove nel 2017 morì l'85enne Anna Polizzi e il cui amministratore Giuseppe Calì è stato arrestato oggi con l'accusa di omicidio colposo e maltrattamenti.

I carabinieri di Caltanissetta hanno eseguito un’ordinanza emessa dal Gip. L'inchiesta è nata dopo la morte della donna, il 29 luglio 2017 nella casa di riposo. Il decesso sarebbe dovuto all’abuso di somministrazione di alcuni farmaci a base di "promazina", che si prescrive ai pazienti con problemi schizofrenici e molto agitati.

Ma cosa accadeva veramente in quella casa è stato raccontato oggi, al termine di quasi 4 anni di indagini, il colonnello Baldassare Daidone, comandante provinciale dei carabinieri di Caltanissetta. "Gli anziani in quella casa di riposo venivano trattati in maniera disumana", ha detto.

"Gli anziani venivano svegliati alle 4 di mattina per delle 'docce punitive' - ha spiegato -. Venivano sequestrati loro i cellulari per evitare che potessero contattare qualcuno, oppure li tenevano svegli di pomeriggio per fare in modo che la notte poi dormissero. Una volta un’anziana, per punizione, poiché 'disturbava' di notte, è stata chiusa in una stanza insieme ad altri due ospiti uomini. Una volta c'è stato anche un intervento dei carabinieri".

La morte di Anna Polizzi, era apparsa da subito "anomala". Immobilizzata a letto, le sarebbero stati somministrati dei farmaci per tenerla tranquilla.

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