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Bancarotta e fallimento della Eurograni di Gela, arrestato imprenditore

Arresti domiciliari per Massimo Barranco, 51 anni e appassionato di vela, amministratore unico della società Eurograni, fallita nel 2017. Nei guai con Barranco anche i dipendenti Caterina Pirrè di 54 anni e Antonio Lombardo di 62 anni ed i professionisti Alessandro Micale, 50 anni e Michele Catania di 55 anni (entrambi di Catania), Enzo Cirignotta di Gela (52 anni), Nicola Gennuso di Gela (52 anni) e Pio Di Donato 58 anni di Monza. A tutti vengono contestati, in concorso e a diverso titolo, svariati reati fallimentari quali bancarotta fraudolenta, falso in attestazioni e relazioni, nonchè autoriciclaggio.

Per professionisti e dipendenti il gip del tribunale di Gela Ersilia Guzzetta, accogliendo la richiesta avanzata dal procuratore Ferando Asaro e dal sostituto Federica Scuderi, con l’ordinanza ha stabilito il divieto per un anno di esercitare uffici direttivi. Sequestro preventivo per la società Mediterranea Spa con sede legale a Catania ma operativa nel territorio gelese, impegnata nel commercio all’ingrosso di cereali e legumi secchi.

Barranco, secondo l’indagine della guardia di finanza di Gela e del nucleo di polizia tributaria di Caltanissetta, rispettivamente guidati dal capitano Giuseppe Gradillo e dal tenente colonnello Giuseppe Ialacqua, sarebbe stato il «dominus» dell’operazione che avrebbe portato al fallimento della società gelese Eurograni ed avrebbe distratto somme di denaro. Tra il concordato fallimentare della ditta - che non è stato accolto - ed il fallimento risalente al 2017 Barranco avrebbe effettuato dei pagamenti ai professionisti senza sanare i debiti con tutti gli altri creditori tra cui l’Erario e gli istituti bancari. «Il collegio sindacale che ha portato al fallimento la società Eurograni - ha detto il procuratore Fernando Asaro durante la conferenza stampa - è lo stesso della società Mediterranea spa».

E’ stato ricostruito che l’ad della Eurograni, Barranco, avrebbe iniziato a distrarre somme a partire dal 2012 per 2 milioni di euro, per poi distrarre anche il complesso aziendale della società gelese a favore della Spa di Catania. Il collegio sindacale composto da Micale, Catania, Cirignotta e Gennuso avrebbe anche omesso di esercitare «gli obbligatori doveri di vigilanza e controllo sull'amministrazione della società, così concorrendo nelle condotte distrattive».

Nell’ambito dell’indagine della finanza è emerso che centinaia di migliaia di euro sarebbe andati a finire alla società sportiva Vela del Sud srl per false sponsorizzazioni. Il cinquantunenne Massimo Barranco, infatti, è sempre stato appassionato di sport: dal volley alla vela. Nel primo caso ha ricoperto un decennio fa il ruolo di presidente di una società gelese, nel secondo caso invece è stato anche armatore della imbarcazione Extra one.

(AGI)

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