Ancora un attentato incendiario a Gela ai danni di un consigliere comunale. In fiamme l’auto di Gabriele Pellegrino, imprenditore di 46 anni, consigliere comunale di Diventerà Bellissima. L’auto, una «Smart For Two», intestata alla sua azienda, ed in uso allo stesso consigliere, era parcheggiata sotto la sua abitazione, in via Ettore Romagnoli. L’incendio è avvenuto nel cuore della notte, intorno alle 3.30. Le fiamme hanno raggiunto anche una Fiat Doblò, che era parcheggiata accanto all’auto di Pellegrino. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco e i carabinieri.
Il 13 aprile scorso era stata incendiata l’auto di Alessandra Ascia, anche lei consigliere comunale che per anni ha militato nel Pd mentre dopo appena una settimana un rogo ha danneggiato l’auto dell’avvocato Anna Comandatore, ex consigliere comunale ed esponente di «Diventerà Bellissima». All’inizio di aprile erano state distrutte da un incendio due macchine del Comune di Gela.
«È una domenica nuovamente macchiata da un grave episodio delinquenziale, e voglio esprimere la mia solidarietà e la mia vicinanza al consigliere comunale Gabriele Pellegrino, la cui auto questa notte è stata data alle fiamme in via Romagnoli», do dice il sindaco di Gela Lucio Greco.
«Provo - aggiunge - un mix di sentimenti, in questo momento, che vanno dalla rabbia all’indignazione, passando per la voglia di riscatto, per questa città che si fa sempre più forte e prevale sugli altri. Di certo, non c'è il senso di sconfitta. Questi malviventi non hanno e non avranno mai la meglio sulla Gela perbene che tutti i giorni si alza all’alba, lavora onestamente e con spirito di sacrificio e si fa onore in giro per l’Italia e per il mondo. Ancora una volta, però, e non è solo il sindaco a parlare ma prima di tutto l’uomo, voglio invitare tutti a collaborare con le forze dell’ordine, mettendo da parte i timori che potrebbero spingere verso l’omertà, non solo da parte delle vittime ma di chiunque sia in possesso di elementi utili alle indagini e ai quali non finirò mai di chiedere di denunciare, di parlare, di dire tutto quello che sanno».
«Torno a ribadire che a Gela lo Stato c'è ed è attento, che le Istituzioni ci sono e non si tirano indietro di fronte al malaffare. Non lo hanno mai fatto e mai lo faranno, ma se pochi occhi possono fare ben poco, quelli di 70mila cittadini che tutti insieme si ribellano e alzano la testa - conclude - possono davvero fare la differenza e mettere all’angolo la criminalità».
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