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Depistaggio Via D'Amelio, i giudici su Scarantino: «È fallito il sistema di controllo delle prove»

Gaspare Spatuzza durante l'arresto a Palermo il 7 marzo 1997

«Senza la successiva collaborazione di Gaspare Spatuzza, della falsità della collaborazione di Vincenzo Scarantino (e della falsa ricostruzione della strage di via D’Amelio che ne è derivata) non si sarebbe acquisita certezza». Lo scrivono i giudici del tribunale di Caltanissetta, che ieri (6 aprile 2023) hanno depositato le motivazioni della sentenza sul depistaggio delle indagini sulla strage del 19 luglio 1992 in cui morirono a Palermo il giudice paolo Borsellino e cinque agenti della scorta.

«Tale circostanza - proseguono i giudici di Caltanissetta - deve fare riflettere sulle possibili disfunzioni, sotto il profilo dell’accertamento della verità, di vicende processuali incentrate prevalentemente su prove di natura dichiarativa provenienti da soggetti che collaborano con la giustizia. In altri termini, si è assistito al fallimento del sistema di controllo della prova al punto da determinare che, in ben due processi, sviluppatisi entrambi in tre gradi di giudizio, non si riuscisse a svelare tale realtà».

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