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Retata a Niscemi: 28 arresti, la mafia voleva uccidere un imprenditore che aveva denunciato gli estortori

Gli indagati sono accusati di reati contro la persona e contro il patrimonio e detenzione di armi

Venticinque persone sono finite in carcere, 3 ai domiciliari, tra cui due donne, e per un altro indagato, un carabiniere, è stata disposta la sospensione dall’esercizio delle funzioni, nell’ambito dell’operazione «Mondo opposto» eseguita dai carabinieri a Niscemi e coordinata dalla Dda di Caltanissetta.

«Non si tratta - ha detto il procuratore di Caltanissetta, Salvatore De Luca - della solita operazione antimafia, non che solita sia offensivo, ma questa attuale ha delle peculiarità assolutamente chiare. Dobbiamo riaffermare che Cosa Nostra, che è sul territorio da circa 160 anni, non è un comitato d’affari ma è mondo opposto. Il fatto più grave è quello ricondotto a colui che è stato ritenuto il capo mandamento di Gela, Alberto Musto». «Il progettato omicidio di un imprenditore - aggiunge - che aveva osato denunciarlo circa 10 anni prima. Non si tratta solo di chiacchiere o di un moto di rabbia. Perché il progetto dell’uccisione è stato fermato solo grazie alla tempestività delle forze di polizia che sono sempre state accanto alla Dda. Si tratta di un progetto di omicidio in relazione al quale c’era già l’autista pronto su un’auto rubata. Una delle pistole doveva essere fornita dai presunti killer che arrivavano da Catania. Si trattava di un omicidio che avrebbe dovuto avere una funzione punitiva. I fratelli Sergio e Alberto Musto provavano un odio profondo per questo soggetto che aveva contribuito a fare condannare Alberto».

«Ma non aveva - ha concluso De Luca - solo una funzione di vendetta. Vi è una frase in cui Musto afferma ‘punirne uno per educarne cento. Non è possibile che qualcuno denunci e rimanga impunito perché altri potrebbero seguirlo a ruotà».

I nomi degli arrestati

Questi gli arrestati nel corso dell’operazione dei carabinieri Mondo Opposto. In carcere sono finiti Alberto Musto, 37 anni, Sergio Musto, 35 anni, Andrea Abaco, 27 anni, Francesco Amato, 53 anni, Giuseppe Auteri, 42 anni, Emanuele Burgio, 51 anni, Luigi Cannizzaro, 59 anni, Vincenzo Cannizzaro, 35 anni, Francesco Cantaro, 47 anni, Francesco Cona, 26 anni, Davide Cusa, 30 anni, Renè Salvatore Di Stefano, 33 anni, Alessandro Fausciana, 45 anni, Gaetano Fausciana, 54 anni, Salvatore Fausciana, 24 anni, Gianni Ferranti, 64 anni, Giovanni Ferranti, 40 anni, Salvatore Giugno, 55 anni, Giuseppe Manduca, 57 anni, Francesco Piazza, 59 anni, Antonio Pittalà, 32 anni, Salvatore Signorino Pittalà, 61 anni, Carmelo Raniolo, 49 anni, Paolo Rizzo, 69 anni, Francesco Alessio Torre, 46 anni, Carlo Zanti, 69 anni. Ai domiciliari il poliziotto in pensione, Salvatore Giugno, 55 anni, e due donne di cui non sono stati resi noti i nomi.

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