Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

L'acqua del Fanaco torbida dopo le piogge: a poco a poco la situazione torna alla normalità

Stavolta piove... ma sul bagnato. In una terra assetata, in ginocchio a causa proprio dell’assenza di piogge significative e imprigionata dalla siccità, un po’ di pioggia ha mandato in tilt l’erogazione idrica in nove comuni del Nisseno. Al danno, legato alla carenza di piogge e quindi di acqua, si aggiunge anche la beffa.

Quella pioggia di fine agosto, accompagnata da tuoni e fulmini, ha provocato l’interruzione del Fanaco. In particolare, Siciliaque, è stata costretta a fermare l’acquedotto, perché dal potabilizzatore, usciva acqua torbida. E così, in un territorio che sta già soffrendo la sete, con l’acqua dai rubinetti che arriva con il contagocce e con una pressione bassissima perché si teme che le condotte possano scoppiare, ecco che si è registrata un’interruzione, l’ennesima, con i rubinetti che sono rimasti a secco. Nove i comuni del nisseno, in cui l’erogazione è stata sospesa: Mussomeli, Campofranco, Acquaviva Platani, Sutera, Milena, Bompensiere, Montedoro, Delia e Sommatino. La situazione tuttavia, con il passare delle ore, è tornata gradualmente alla normalità già nella giornata di ieri. A Campofranco e Sutera, l’erogazione è stata ripristinata ieri mattina, mentre in altri cinque comuni, nel pomeriggio. A Delia e Sommatino, la distribuzione, è ripresa ieri sera, intorno alle 22.

Il potabilizzatore si è fermato alle 3 della notte tra giovedì e venerdì ed è ripartito tra le 5 e le 6. È successo un fenomeno che in realtà si ripete spesso. L’acqua viene prelevata dal fiume Platani che, proprio a causa della carenza di piogge, ha poca acqua. Quando dal cielo arriva acqua benedetta, desiderata e invocata, ecco che finisce nel fiume ma trascina con sé detriti, fango e rifiuti che giacciono sul letto del fiume provocando la formazione di acqua torbida.

Da un lato invochiamo l’acqua, dall’altro, proprio perché torrenti e fiumi non vengono ripuliti, quando l’acqua arriva, spesso si trasforma in fanghiglia. Insomma, non c’è pace a Caltanissetta e nei paesi limitrofi, dove l’acqua è sempre protagonista. Il risultato, quando piove, rischia di essere paradossale: alla sete si aggiunge altra sete. Proprio alcuni giorni fa, l’Autorità di bacino della presidenza della Regione siciliana, ha emesso e inviato una direttiva a Città metropolitane, comuni, Consorzi di bonifica, Anas, Rfi, Siciliacque e al Consorzio autostrade siciliane (Cas), che contiene una serie di raccomandazioni, affinché si proceda alla pulizia dei torrenti e dei fiumi e alla rimozione di tronchi, massi e altri tipi di detriti.

Torrenti e fiumi ostruiti, non solo possono avere delle ripercussioni sulla qualità dell’acqua che viene erogata ma possono provocare anche esondazioni e alluvioni. Intanto a Caltanissetta, dove in alcune zone manca l’acqua da due mesi, anche ieri, un’autobotte ha sostato nel quartiere San Francesco, per dare la possibilità, ai residenti di alcune specifiche zone della città più interessate dal disagio, di rifornirsi di acqua. Si tratta di un’iniziativa congiunta tra amministrazione e Caltaqua, alla quale hanno aderito associazioni di volontariato e protezione civile.

Digital Edition
Dal Giornale di Sicilia in edicola

Scopri di più nell’edizione digitale

Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.

Leggi l’edizione digitale
Edizione Digitale

Caricamento commenti

Commenta la notizia