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Relitto di 2.500 anni fa rinvenuto nelle acque di Gela

Sono stati recuperati un’anforetta, una brocca, una kylix a vernice nera d’importazione dall’Attica ed un vaso detto cothon d’importazione corinzia

GELA. Un relitto del VI secolo a.C. è stato rinvenuto nelle acque di Gela. Secondo gli studiosi si tratterebbe del più antico trovato nel mare antistante la cittadina.

Sabato 8 novembre alle 10,30 presso la sala conferenze del Museo Archeologico regionale di Gela alla presenza del Soprintendente del Mare Sebastiano Tusa e del Direttore del Museo Archeologico Emanuele Turco, si terrà la conferenza stampa sul ritrovamento. Il soprintendente del Mare Sebastiano Tusa ha definito “il rinvenimento di grande interesse scientifico poiché, avendo valutato il contesto ed i materiali, si può ipotizzare la presenza di un relitto che al momento dovrebbe essere il più antico identificato nel mare di Gela. Sulla base dei materiali recuperati si tratterebbe di un relitto databile alla prima metà del VI secolo a.C.”

La Soprintendenza del Mare, grazie alla segnalazione ed all’intervento del subacqueo gelese Franco Cassarino, con il coordinamento di Stefano Zangara della Soprintendenza, ha recuperato importanti reperti archeologici subacquei nelle acque antistanti la contrada Bulala, già nota nelle cronache archeologiche per una ricca serie di rinvenimenti. In particolare sono stati recuperati un’anforetta, una brocca, una kylix a vernice nera d’importazione dall’Attica ed un vaso detto cothon d’importazione corinzia. I reperti giacevano a circa m 4 di profondità nei pressi di alcuni elementi lignei emergenti dalla sabbia pertinenti il relitto cui appartengono i reperti. Le operazioni si sono svolte con il patrocinio del Comune di Gela e del Museo Archeologico regionale di Gela e sono state rese possibili grazie alla collaborazione della Capitaneria di Porto e dei subacquei volontari locali.

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