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Né studio né lavoro: la Sicilia ha sei province fra le dieci peggiori d'Italia e Caltanissetta è la maglia nera

È il quadro tracciato da Openpolis sul fenomeno dei Neet. Anche Catania, Messina, Palermo, Siracusa e Agrigento negli ultimi posti della classifica

Foto Franco Silvi/Ansa

Già solo a vedere i colori della mappa vengono i brividi: in un’Europa tra il rosa e il rosso pallido, l’Italia è in rosso fuoco assieme alla Romania, mentre la Sicilia raggiunge la tonalità più scura fra le regioni, salendo fino al nero in provincia di Caltanissetta. È il quadro tracciato da Openpolis, con dati Istat aggiornati al 2022, sul fenomeno dei Neet, i giovani che non studiano, non lavorano e non sono in formazione, e che nella fascia 15-29 anni, in particolare, sul territorio siciliano raggiungono incidenze da record anche dopo la pandemia.

I colori dicono già tutto, ma se non dovessero bastare, ecco i numeri: mentre l’incidenza media nazionale della categoria esaminata si attesta a quota 19% sul totale degli under 30, l’Isola raccoglie sei delle dieci province con l’asticella più alta del Paese, ossia Caltanissetta, maglia nera dello Stivale con il 46%, Catania, terza con il 38%, Messina, Palermo e Siracusa, rispettivamente al quinto, sesto e settimo posto fra il 37 e il 36%, e Agrigento, la più «virtuosa» tra le peggiori con il 34% in un elenco che, manco a dirlo, vede solo territori del Mezzogiorno assieme a Taranto, Napoli, Foggia e Catanzaro.

Il motivo? Lo studio ricorda i molteplici i fattori che possono determinare la condizione di Neet, fra il crescere con un solo genitore, vivere in una zona rurale, avere un basso reddito familiare o uno scarso rendimento scolastico. In particolare, «un aspetto da non sottovalutare è l’impatto delle competenze inadeguate sulla condizione dei ragazzi», visto che «le province con più Neet tendono a coincidere con quelle dove gli apprendimenti sono più bassi, come testimoniato dalle prove Invalsi di competenza in italiano». Ad esempio, fa notare Openpolis, nel Nisseno, nei quattro comuni per cui sono disponibili i risultati dell’anno scolastico 2021-2022, la quota di ragazzi di terza media che si è attestata nei livelli più bassi in italiano (1 e 2) ha sfiorato il 52%, con picchi del 58% a Gela e del 64% a Niscemi. Ma non va molto meglio nelle altre province siciliane, anzi, Palermo fa pure peggio, con il 53% (stessa soglia del capoluogo), mentre ad Agrigento gli studenti delle medie con competenze alfabetiche inadeguate rappresentano il 51% del totale, con record territoriale e isolano a Palma di Montechiaro, a quota 78%. Seguono Siracusa, Catania e Messina, rispettivamente con il 50, 48 e 46%. Va sottolineato che il fenomeno Neet rappresenta anche un enorme spreco di potenziale e ciò è particolarmente vero per l’Italia, dove la popolazione invecchia e i giovani diminuiscono.

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