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"Ha spinto l'amico ad uccidersi": in comunità minorenne di Caltanissetta

Svolta nelle indagini per la morte del nisseno Mirko Antonio La Mendola, il giovane di 26 anni, trovato morto sulla spiaggia di Punta Grande, tra Porto Empedocle e Realmonte, il 25 agosto. I carabinieri di Caltanissetta hanno dato esecuzione alla misura cautelare del collocamento in comunità nei confronti di un ragazzo minorenne, con l'accusa di istigazione o aiuto al suicidio. Il giovane è stato anche denunciato per detenzione di ingente quantità di materiale pedopornografico e per la divulgazione su internet.

Le indagini

Il provvedimento, emesso dal Gip di Palermo su richiesta della Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Palermo, nasce da un’indagine che ha consentito di accertare che il ragazzino, nello scorso mese di agosto, avrebbe consapevolmente assistito l’amico, il 26enne Mirko La Mendola, durante il suicidio su una spiaggia di Porto Empedocle la sera del 25 agosto 2021.

C'è di più, perché stando alle indagini il ragazzino avrebbe addirittura rafforzato la volontà dell’amico di togliersi la vita. Il suo apporto è consistito non solo nell’assoluta complicità e condivisione di tutto il piano di preparazione e di successiva esecuzione, ma anche nella elargizione di consigli finalizzati ad impedire che le persone a lui più vicine potessero comprendere ciò che il 26enne si accingeva a realizzare.

Il sogno di una carriera in polizia

Durante la settimana tra il 18 e il 25 agosto, il 26enne si era recato a Roma per sostenere il concorso per l’accesso in polizia, carriera per la quale nutriva forti aspettative e alla quale aspirava più di ogni altra cosa, soprattutto perché si trattava dell’ultimo tentativo possibile per raggiunti limiti d’età. Dopo i primi esiti favorevoli delle prove sino a quel momento sostenute, il 23 agosto era stato giudicato non idoneo, vedendo così svanire la possibilità di coronare il suo sogno. Inizialmente, su suggerimento di alcune persone a lui vicine, aveva valutato l’ipotesi di un ricorso ma poi aveva deciso di desistere. Deluso per l'esito, La Mendola, ancora prima di fare rientro a Caltanissetta da Roma, aveva maturato la volontà di togliersi la vita (già velatamente avanzata in una serie di messaggi anche prima della partenza per il concorso), condividendola con l’amico minorenne.

Scambio di messaggi per programmare l'insano gesto

I due, secondo le indagini, si sarebbero scambiati numerosi e dettagliati messaggi nei quali è stata programmata la realizzazione del suicidio che avrebbe visto partecipare attivamente anche il minorenne: giorno e luogo dell’ esecuzione, l’utilizzo dell’arma da fuoco legalmente detenuta dalla vittima. La Mendola e l'amico parlavano continuamente di un “comune intento suicidario”, ma in realtà, dalle indagini compiute è risultato che solo il minorenne aveva reale intenzione di farla finita.

Pochi minuti prima di compiere l’insano gesto, il 26enne avrebbe lasciato una serie di drammatici messaggi vocali con cui salutava alcuni amici e persone che gli erano state vicine, mentre il minorenne era lì con lui.

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