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Caltanissetta, quelle miniere "assassine" mai bonificate

CALTANISSETTA. Nel 2013 la protezione civile ha dichiarato cessato lo stato di emergenza bonifiche in Sicilia. Atto che sembra stridere fortemente con l’indagine dei carabinieri delle Compagnia e del Noe di Palermo che è ora culminata nell’iscrizione nel registro degli indagati di tre funzionari regionali - ovvero Felice Crosta, Dario Ticali e Mario Lupo per discarica abusiva e disastro ambientale colposo – e parallelamente nel sequestro delle ex miniere di sali alcalini «Bosco», «Palo 1» e «Palo 2» dove sono scattati i sigilli perché trasformate in bombe ecologiche. E sono siti dimessi da oltre venticinque anni. Lì sono state scovate parecchie tonnellate di amianto.

Ma v’è sullo sfondo questa ordinanza, emessa il 29 gennaio dello scorso anno, dal capo della protezione civile. «Tale provvedimento – ha ritenuto, però, il gip Francesco Lauricella tra le pagine dell’ordinanza di sequestro preventivo dell’area mineraria, tuttavia non teneva conto delle notevoli inadempienze in materia di risanamento intervenute nel corso degli anni». E lo stesso gip, rincarando la dose, riferendosi sempre all’area Bosco-Palo ha rilevato come «nessuna bonifica effettiva e significativa dello stato d’inquinamento ambientale di tali siti, nessun loro concreto risanamento, erano stati posti in essere ancora nel recente 2013, con inerzia che si protrae fino ad oggi».

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