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Caltanissetta, la Sovrintendenza dice sì: antenna Rai da tutelare, non sarà abbattuta

L'antenna Rai e il prato sulla collina di Sant'Anna, a Caltanissetta

La pressione del presidente dell’Ars prima e dell’assessore regionale dopo ha raggiunto lo scopo: la Soprintendenza dei Beni Culturali e Ambientali di Caltanissetta ha dato avvio, questa mattina, alla procedura amministrativa per l’apposizione del vincolo di bene di interesse culturale all’antenna Rai di Caltanissetta sulla collina Sant'Anna. Il vincolo culturale fermerà la demolizione.

A seguito della sentenza del Tar che autorizzava la Rai all’abbattimento per motivi di incolumità pubblica, infatti, c'erano state proteste dei cittadini. Tuttavia la Soprintendenza aveva affermato che non ci sono interessi paesaggistici o culturali da tutelare. E questo aveva di fatto sbloccato Rai Way, proprietaria dell’antenna. La società Rai aveva avviato l’iter per l’abbattimento, in programma inizialmente lo scorso 22 novembre.

A quel punto però c’è stata una forte sollevazione di comitati cittadini, associazioni ambientaliste, consiglieri comunali. Persino il mondo della cultura si è mosso per difendere un bene, che pur non avendo più alcuna funzione - è dismessa dal 2004 - rappresenta, con la sua imponenza, un simbolo della città.

In ultimo sono scesi in campo prima il presidente dell’Assemblea regionale siciliana Gianfranco Miccichè e poi l’assessore regionale ai Beni culturali Alberto Samonà, cui peraltro lo stesso Miccichè aveva chiesto di intervenire. E Samonà l’ha fatto: ha chiesto alla Soprintendenza di Caltanissetta di dare avvio a una nuova procedura per ottenere il riconoscimento del valore culturale del bene. Procedura che oggi ha preso avvio. Il che, dichiara l’assessore, «esprime in maniera concreta la volontà del governo regionale di accogliere il sentimento di forte identificazione coralmente espresso dalla comunità nissena. Il trasmettitore della stazione radio della Rai, ormai dismesso, infatti, viene percepito nel sentire comune come il luogo-simbolo di una trasformazione epocale, l’espressione di un’archeologia industriale che ha fortemente connotato il territorio, cambiando la fisionomia dei luoghi e integrandosi a tal punto nel contesto ambientale da divenire esso stesso parte della storia della città».

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